LETTERA APERTA DEL “COMITATO PER LA RIAPERTURA DELL’OSPEDALE SOROCABANA” DI SAN PAOLO IN BRASILE.

Oggi, 26 giugno alla manifestazione “La salute non è una merce” indetta da diversi comitati di lavoratori della sanità, donne per la difesa dei consultori, movimento per i diritti all’abitare, ed altre realtà e soggettività della capitale e dalle forze del “fronte unico di classe”, è stato letto il seguente appello che ci arriva da San Paolo del Brasile, città la cui popolazione è di dieci milioni ed il numero stimato di positivi al Covid-19 è di 1 milione. La vogliamo diffondere perchè in tutto il mondo si sta facendo strada un comune obiettivo, una comune prospettiva di lotta…..

“Viviamo ai tempi del COVID-19. Dicono che questi tempi siano pieni di sfide. Ma quando non sono stati di sfida per coloro che lottano per la giustizia e l’uguaglianza? Questa è una bio-guerra e non siamo preparati ad affrontarla.
La politica di dominazione dei paesi imperialisti determina pratiche che finiscono per liquidare i nostri corpi. In tutto il mondo, siamo già milioni di morti e vedremo aumentare i numeri in modo esponenziale in luoghi in cui non ci sono abbastanza ospedali, letti o attrezzature sanitarie. Siamo nelle mani dei potenti che decidono chi morirà.
Le persone anziane moriranno e con loro la memoria storica.
Le comunità indigene e con loro la demarcazione delle loro terre.
Le persone nere e con la loro lotta per la libertà concreta e reale.
Le nostre donne e con loro la lotta per i loro diritti civili e politici.
Le nostre comunità LGTBQI+ e con loro la lotta contro la violenza e per l’uguaglianza nella diversità.

La gente nei campi con la loro lotta per la ridistribuzione della terra.
Le persone povere e con loro la lotta per il lavoro.
Le persone che lavorano e con loro la lotta per una società libera dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
E’ proprio con questo che il capitalismo gioca. E’ proprio su questo che scommette l’attuale governo federale del Brasile, tagliando il diritto alla salute, quindi il diritto alla vita. Spreca risorse del Sistema Sanitario Unificato – SUS – e passa la gestione della salute al settore privato. Gli aiuti di emergenza al precariato sono ridicoli e insufficienti.
Per “salvare l’economia”, ci sarà una iniezione iniziale nel credito delle banche pubbliche, che supera i 50 miliardi in valuta nazionale e il 17% di questi aiuti andrà “all’agronegozio”, una delle cause del virus. Queste misure sono chiaramente finalizzate non a “ridurre gli effetti del coronavirus” ma come garanzia di profitto per banche e imprese.
Abbiamo dimensioni continentali. Ma non vogliamo l’occultamento delle informazioni. Le persone muoiono nelle loro case a causa della mancanza di servizi medici e di posti letto. Non esiste alcun impegno per la salute della popolazione ma un impegno a investire denaro dalle casse pubbliche ai fini del profitto di terzi. Tutti nella corsa all’oro per trarre benefici dalla tragedia.
Nella città di San Paolo, la più ricca del paese, non ci sono abbastanza letti e ci sono ospedali pubblici chiusi. Ci sono zone della città che non hanno nemmeno un ospedale o perché sono stati smantellati o semplicemente chiusi. Questo è il caso dell’Ospedale Sorocabana, nella zona ovest della città di San Paolo, costruito dai ferrovieri nel 1955. E’ chiuso da dieci anni a causa di una cattiva gestione. Come se la popolazione dovesse pagare per questo!
E’ abbandonato e necessita di una ristrutturazione che costerebbe molto meno dei milioni spesi negli ospedali di emergenza che solo servono alle campagne politiche.
Un ospedale sarà sempre una necessità, ma ora è più che necessario è vitale.
RIAPRITE IMMEDIATAMENTE L’OSPEDALE SOROCABANA!
Lo gridiamo insieme anche da qui dall’Italia.”


Visita la pagina del comitato: https://www.facebook.com/sorocabanaSUS/

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