La cooperativa ROMA 81, che ha in appalto i servizi nelle scuole di diversi municipi, in piena pandemia non paga malattia e permessi ai dipendenti e risponde alla mobilitazione sindacale dei lavoratori con sospensioni e minacce. Ricordiamolo quella parte di servizi sociali che prima erano garantiti dallo Stato, dalla Scuola Pubblica e dalla Sanità Territoriale e che oggi sono di fatto privatizzati e dati in appalto a piccoli gruppi affaristici, mentre il tetto della Scuola Pubblica ha le travi fradice.
Gli operatori AEC in questi mesi hanno subito la beffa della bocciatura dell’internalizzazione del servizio da parte del Comune, il mancato pagamento dei giorni di malattia, permesso e maternità.
La dirigenza della Cooperativa si rifiuta di assumere impegni formali sui pagamenti, non fornisce mascherine, visite mediche né paga i tamponi ai dipendenti.
Ai Lavoratori che hanno legittimamente denunciato con assemblee, presidi e manifestazioni i soprusi e le violazioni, la cooperativa (che di sociale ha ben poco) ha risposto con l’arroganza padronale minacciando di sospendere il pagamento dei salari o di cacciare i Lavoratori, mentre la Direzione Scolastica ha sospeso tre operatrici AEC.
Alla ritorsione anche la beffa. Le tre lavoratrici tornate in turno verso le 11:00 del mattino vengono sbattute fuori dalla scuola, lasciate ad aspettare sotto la pioggia in attesa di ulteriori comunicazioni. Durante la frustrante attesa poi i bambini che escono da scuola con le mamme che li vanno a riprendere – gli stessi bambini che queste operatrici “coccolano” e sostengono –, le vedono in lacrime mentre i portavoce della Direzione Scolastica le intimano che riceveranno nuove comunicazioni. Successivamente due di loro si recheranno al pronto Soccorso che le dimetterà con una prognosi di forti stati di ansia e stress. La comunicazione dell’Istituto Scolastico arriva la mattina seguente con una mail delle ore 06:00 del mattino. Si dice che il loro comportamento – sostiene la Direzione Scolastica – avrebbe creato un disagio per i bambini.
Di che cosa stiamo parlando cara Dirigente Scolastica della scuola elementare Gianni Rodari di Roma, ma di che cosa stiamo parlando Ministra Azzolina?
Queste lavoratrici, costrette a lavorare pagandosi da sole i tamponi obbligate a farlo ogni 15 giorni, senza alcuno sostegno da parte del titolare della Cooperativa che si intasca i soldi del servizio sociale privatizzato, che provvedono da sé per dotarsi di mascherine e disinfettanti, che lo fanno per tutelare la loro salute ma soprattutto quella dei bambini che loro curano, assistono, coccolano e tutelando loro tutelano anche le loro famiglie, bene queste operatrici sarebbero le colpevoli del disagio dei bambini?
Lo abbiamo capito bene quale è il fatto. La Scuola ha il nervo scoperto, perché di fronte alla pandemia soprattutto le scuole di primo livello (elementari e medie) devono stare aperte a tutti i costi, perché la Scuola Pubblica (con la C e con la P maiuscola) deve parcheggiare i figli mentre i genitori devono produrre e andare a lavorare. Perché, se poi la Scuola deve chiudere per via di casi di Covid19, il genitore che rimane a casa con il bambino non sarà coperto dai cosiddetti sostegni previsti dai DPCM.
Allora per questo motivo la zelante burocrate della Scuola tratta il lavoratore con il tipico atteggiamento del sergente di ferro al fronte contro la truppa in trincea. Si, perché è di trincea che si tratta!
Ma è una trincea che viene nascosta dalla menzogna del governo e del Ministro Azzolina che nasconde i dati sulla diffusione probabile del covid nelle scuole italiane. Lo Stato ed il Miur, attraverso questi zelanti dirigenti ha raccolto i dati di un terzo dei Comuni Italiani, constatando che circa 65000 persone tra corpo docente, studenti, lavoratori e collaboratori scolastici e bambini sono risultati positivi al virus e tracciati attraverso i registri delle varie Direzioni Scolastiche e di Provveditorato. E come sappiamo la Ministra Azzolina ha fatto di tutto per nascondere questi dati che sono relativi alla fase due e che si fermano ad ottobre.
Quindi sono questi zelanti Dirigenti Scolastici, il Ministro Azzolina che stanno creando il reale disagio ai bambini e lo nascondono punendo nei fatti e quando serve all’occorrenza proprio quelle lavoratrici che si organizzano per la difesa della salute (che è la loro, delle colleghe, dei bambini che supportano, di quelli che condividono la stessa classe e di tutti i loro genitori).
Per questo motivo l’arroganza della Cooperativa 81 nei confronti dei suoi lavoratori e lavoratrici è ancora più odiosa. Perché a questa si aggiunge l’arroganza delle istituzioni scolastiche, che tutto fanno piuttosto che garantire ai bambini e ai bambini con difficoltà un ambiente sicuro, amorevole e confortevole.
Mamme e papà che ogni giorno vi recate al lavoro in condizioni di emergenza, fidando che la Scuola accudisca i vostri ed i nostri bambini, viceversa questa si comporta da sergente di ferro proprio nei confronti di chi i vostri figli li protegge e si è inventato di tutto (insegnanti, il personale scolastico, gli operatori e le operatrici AEC) affinchè i bambini possano ricevere una istruzione ed una educazione ma anche sicurezza sanitaria nel più totale lassismo criminale dello Stato Democratico. E ora si vuole zittire queste lavoratrici proprio per non sollevare il nervo scoperto.
Maestre, maestri, corpo docente e collaboratori scolastici, lavoratori della scuola in generale, non lasciamo passare questa arroganza.
Mercoledì 9 dicembre alle ore 14:30 tutti davanti all’Istituto Gianni Rodari, Via Niobe, 52 Roma, a sostegno della lotta dei lavoratori e delle lavoratrici AEC, contro l’arroganza di “cooperativa” e dirigenza scolastica, perché la loro lotta e la loro difesa è la nostra lotta, la lotta di tutti i lavoratori, è la difesa dei bambini che noi consideriamo un bene della collettività umana e sociale mentre le istituzioni scolastiche ed il governo li tratta come auto da parcheggiare.