Il blog riceve e diffonde questo comunicato circa la persistente discriminazione ed intimidazione da parte degli amministratori locali e del Municipio V, nonché da parte della polizia nei confronti degli immigrati e della associazione Dhuumcatu.
CONTINUANO GLI ATTACCHI NEI CONFRONTI DEL DHUUMCATU: VOGLIAMO UNO SPAZIO IN QUARTIERE SUBITO!
Veniamo a sapere che, durante la giornata di ieri, l’Associazione Dhuumcatu e la comunità che la anima hanno subito un’ulteriore grave minaccia, che mira a scoraggiare chi da oltre due mesi rivendica con forza uno spazio in quartiere per tutti e tutte.
Nei giorni precedenti l’associazione ha continuato a ripulire e recuperare un’area verde nei pressi di Largo Preneste (Via Prenestina 229), trovata in stato di abbandono e disuso, che già aveva ospitato alcune assemblee e iniziative e dove già era stato appiccato un incendio intimidatorio nel mese di giugno. Diversi abitanti del quartiere limitrofo hanno portato supporto ed espresso la loro approvazione alla comunità per il lavoro di recupero di questo spazio abbandonato, adesso disponibile per tutti e tutte. Questo piccolo parco recuperato ospiterà nei giorni 29, 30 e 31 luglio la Festa dei Popoli, iniziativa organizzata dall’associazione e occasione di incontro per l’intero quartiere, già regolarmente autorizzata dagli uffici preposti del Municipio. Nonostante questo, ieri la polizia municipale, chiamata direttamente dalla giunta municipale, ha minacciato l’associazione di comminare una multa di 5000 euro per edilizia abusiva: si tratterebbe nello specifico di un accesso realizzato sistemando terra e pezzi di legno a mo’ di scala, per facilitare l’accesso da via Prenestina al nuovo parchetto rionale, risultato dell’impegno di questi cittadini immigrati e della solidarietà di quelli italiani che abitano a ridosso di questa area. L’ultima decisione, stando alle parole della polizia municipale, spetta alla giunta, che può decidere se far archiviare la pratica o procedere con la multa. Una vera e propria ritorsione contro gli immigrati che impedisce la finalizzazione della scaletta per rendere l’accesso al nuovo parco a mamme con i passeggini, bambini, persone anziane o con disabilità.
Ricordiamo che gli attacchi e le intimidazioni si sono susseguite on ritmo costante dal 10 maggio, ad oggi: dai cento celerini schierati in forze al momento dello sgombero, all’incendio al giardino a Largo Preneste, alle intimazioni del presidente del municipio che ha revocato la concessione dell’ex sala consiliare, all’arrivo della polizia intenzionata a identificare i presenti, alla continua pressione da parte della questura contro qualsiasi iniziativa di comunicazione in quartiere, all’allarme bomba in via Capua con successiva identificazione degli abitanti.
Riteniamo inaccettabile quest’ultima intimidazione, come le precedenti, il cui chiaro intento non è soltanto quello di colpire l’Associazione e il suo operato ma di scoraggiare il percorso intrapreso insieme a tutti gli e le abitanti del quartiere e di rompere la solidarietà che si è creata in questi mesi.
Non ci lasciamo scoraggiare: invitiamo tutti e tutte ad un’assemblea pubblica al giardino recuperato in via Prenestina 229 (angolo via Rocca d’Arce) il 31 luglio alle 19, in cui parleremo dei problemi che vivono le persone immigrate in questo paese (come quello dei documenti) e di come organizzarci per ottenere uno spazio per tutti e tutte in quartiere.
Abitanti del Municipio V





La morale secondo Noi non abbiamo patria.
In sostanza l’ultima colpa di questa associazione di cittadini immigrati bengalesi è di aver recuperato un’area verde abbandonata dal Municipio V (famosa con il nome di “giungla di largo Preneste”), trasformata a piccolo nuovo parco rionale, avendo addirittura ricevuto approvazione da parte di alcuni abitanti italiani nei palazzi che si affacciano sulla cosiddetta “giungla”. In mezzo alle sterpaglie gli immigrati ci possono stare. Guai però, se il renderlo effettivamente accessibile a mamme, bambini ed anziani (soprattutto italiani) possa realizzare incosapevolmente incontro e magari solidarietà inter-etnica tra sfruttati.
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