Edvard Munch:
“Camminavo lungo la strada con due amici, quando il sole tramontò. I cieli diventarono improvvisamente rosso sangue e percepii un brivido di tristezza. Un dolore lancinante al petto. Mi fermai, mi appoggiai al parapetto, in preda a una stanchezza mortale. Lingue di fiamma come fiamme coprivano il fiordo neroblu e la città. I miei amici continuarono a camminare e io fui lasciato tremante di paura. E sentii un immenso urlo infinito attraversare la natura”
Cari compagni del Nucleo Comunista Internazionalista,
sono il compagno Alessio (che è l’autore del blog Noi non abbiamo patria). Vi scrivo questa lettera, seppure in ritardo in merito all’ultima vostra segnalazione della corrispondenza che avete ricevuto sul vostro sito, e che riguarda la vostra presa di posizione contro l’obbligo della vaccinazione di massa per il covid-19.
In particolare, mi riferisco alla seconda lettera del compagno Roberto e che avete pubblicato il 10 gennaio 2021. Nel premettere che anche il blog Noi non abbiamo patria sostiene la netta denuncia di questa campagna di vaccinazione di massa per il COVID-19 (come pubblicato ieri sul blog), mi volevo riallacciare a quanto il compagno scrive:
“…Accreditare, sia pure indirettamente, che al centro dello scontro oggi vi sia il benessere e la salute dei “cittadini” è la più grande mistificazione che si possa diffondere. Basta guardare cosa avviene nelle nostre metropoli ed in particolare negli Usa che sono sempre un passo avanti. C’è una evidente patologia di massa che si chiama obesità, dovuta alla pessima alimentazione a pochi soldi (una volta avremmo detto che così si abbassano i costi di riproduzione del proletariato), ma nessuno denuncia l’industria alimentare per il disastro che continua a provocare. Invece di curare le cause cosa si fa? Si propone una via terapeutica per tutti i malanni, sia essa l’ipertensione, i vari tipi di cancro, diabete e quant’altro (che detto tra parentesi fanno ogni anno più morti di questa pandemia), e quindi la medicalizzazione forzata. Chiunque di noi abbia un parente un poco più anziano (ma oramai vale anche per noi stessi vista l’età) può constatare come questo viene progressivamente trasformato in una farmacia ambulante. E basta chiedere ad un qualsiasi medico di base per sapere che quei farmaci, nel mentre alleviano parzialmente le patologie in atto, ne producono altre che saranno a loro volta curate con nuovi farmaci, in un circolo vizioso nel quale la “salute” del paziente c’entra come i cavoli a merenda.
Il problema è che chi non è imbevuto da ideologia, questi aspetti comincia a percepirli e di conseguenza comincia anche ad essere un poco incazzato, anche verso chi si fa paladino della presunta neutralità della scienza e giustifica gli interessi del grande capitale farmaceutico e non , dietro le insegne dell’interesse collettivo.
Ecco il mio commento ed il mio sfogo nasceva da questi piccoli elementi di buon senso che evidentemente sono diventati una merce rara….“
Ecco questo è il punto dirimente della questione che Roberto sottolinea: ma di quale benessere e di quale tutela della salute si sta parlando? O attraverso questa affermazione, che è nell’interesse di tutti che questa vaccinazione per il COVID-19 dovrebbe essere obbligatoria (che in certi casi già lo è), si vuole rinnovare che non c’è bisogno di andare alle cause delle malattie e curare alla radice i mali che affliggono la natura e di conseguenza l’uomo e che la società borghese è in grado continuamente di riparare i danni catastrofici che essa produce? Non stiamo assistendo ad una più generale offensiva delle forze impersonali del capitale per cui lo “human being” (come dicono gli anglosassoni) o la “Gemeinschaft” è considerata solo come “human means” (come capitale vivo, merce forza lavoro) e questo debba essere riaffermato all’interno di una contraddizione evidente e irriducibile tra uomo, natura e rapporti di produzione capitalistici al collasso? Il messaggio, che non è solo una offensiva ideologica, ma materiale e che pesa come macigni nell’insieme dei rapporti di forza internazionali tra appunto “Gemeinschaft” e rapporti di produzione capitalistico, che solo entro la società borghese e secondo le sue regole la salute può essere tutelata.
Il problema non è più tanto se Big Pharma farà profitti astronomici, anzi li sta già facendo. E probabilmente non è nemmeno il punto di sostenere che forse esisterebbe già una cura “naturale” che invece si vuole nascondere appositamente (anche qui il “buon senso” ci dovrebbe fare escludere questa considerazione).
Il mio medico di base, carissima persona ed estremamente lucido mi ha detto e forse in passato anche compagno genuino: “Alessio, noi medici e lavoratori della sanità siamo chiamati in guerra, seppure le chance sono esigue che dobbiamo fare? Ci dobbiamo vaccinare, non possiamo aspettare un altro vaccino, dobbiamo accettare il rischio”. Come dire, anche se fosse sicuro al 20%, altre soluzioni non ci sono, la nostra missione è quella del giuramento di Ippocrate e dobbiamo servire a curare la merce umana. Tutto il sistema delle relazioni sociali è chiamato a mettere una pezza per la riproduzione della forza lavoro.
Messe così le cose, la questione “no-vax” o “pro-vax” è del tutto irrilevante. Noi comunisti abbiamo smesso da tempo di studiare le scienze dure, da troppo tempo. Possiamo limitarci a risalire la china della nostra ignoranza a partire dalle cose di “buon senso” di cui Roberto parla. E’ di buon senso immaginare che una malattia conosciuta da alcune decadi se non di più come la varicella o il morbillo possa essere prevenuta da una campagna di vaccinazione? E’ probabile immaginare di si (sempre che dati oggettivi smentiscano la mia ignoranza).
Solo che la scienza borghese e la medicina borghese qualche progresso nello studio di certe malattie lo poteva anche compiere nella fase espansiva del capitalismo. Ma in questi ultimi anni reagisce sotto lo stimolo di un sistema che sta perdendo il controllo della governance delle sue contraddizioni, e anche la scienza borghese sbanda paurosamente.
E’ di buon senso ritenere un affare ad altissimo rischio questa vaccinazione per il COVID-19, una malattia di cui ancora la stessa scienza borghese ammette di non sapere nulla? Si è di buon senso affermarlo, così come sostenere il dissenso più totale alla vaccinazione di massa obbligatoria capitalistica.
Vi segnalo un articolo uscito su un circuito inusuale “meteo.it” ed è, badate bene, del 14 gennaio 2021. L’articolo riporta i risultati di diversi report del National Institute of Health, ossia l’equivalente. I report constatano un collegamento tra il COVID-19 e l’insorgenza di un’altra malattia ancora scarsamente diagnostica chiamata NEBBIA NEL CERVELLO. Le ricerche evidenziano nei pazienti affetti da COVID-19 le tracce di questa malattia ancora non ben definita. Queste vengono riscontrate non solo nelle autopsie dei deceduti da COVID-19, ma soprattutto tra i pazienti che hanno negativizzato il virus da Sars-Cov-2.
Ci hanno detto che in 4 mesi hanno realizzato il vaccino, in un paio di mesi hanno fatto il test su “volontari” pari a 44000 persone, registrato gli effetti secondo una osservazione di circa un paio di mesi, et voilà, il super vaccino è pronto.
Allora è di “buon senso” non solo affermare che questa campagna di vaccinazione di massa, che si vuole rendere obbligatoria, non ha niente a che vedere con la tutela della salute di tutti. Mentre reagire in maniera scomposta a sinistra, e ahimè purtroppo anche nel sindacalismo di classe e conflittuale, lamentandosi per “l’inizio a dir poco zoppicante della campagna vaccinale..” non ha alcun senso, non è di buon senso?
Viceversa, una reale battaglia di classe e realmente antagonista, sul piano della scienza medica e della prevenzione, piuttosto che sostenere la controproducente rivendicazione “più vaccino per tutti”, dovrebbe sostenere la necessità di più risorse umane per la ricerca su questa malattia e sulle sue conseguenze a lungo termine.
Un cordiale saluto
Alessio