Contro la repressione dello Stato ai lavoratori Fedex di Piacenza

E contro l’attacco alla loro auto organizzazione sindacale SI COBAS

Il blog Noi non abbiamo patria sostiene incondizionatamente la lotta dei lavoratori e del SI COBAS di Piacenza contro la repressione dello Stato, ma invita anche a riflettere sulla sostanza di quest’attacco.

I padroni della logistica, Fedex e SDA (Poste Italiane), cominciano ad essere insofferenti nei confronti della pretesa dei lavoratori che non vogliono cedere le conquiste ottenute con le lotte degli anni passati. Soprattutto sono decisamente insofferenti nei confronti di una resistenza operaia che continua a tenere insieme due principi:

  • La difesa intransigente degli interessi dei lavoratori
  • La difesa della propria organizzazione sindacale
comunicato del padrone fedex del 20 gennaio

In questi giorni abbiamo assistito a scioperi ad oltranza, intervallati dallo sciopero “generale” del 29 gennaio, che hanno coinvolto i magazzini Fedex e quelli SDA di Poste Italiane. Il circuito del trasporto delle merci è state bloccato con disagio e perdite sicure per i padroni.

La nuova scia di lotte si inserisce all’interno del piano di ristrutturazione europeo di Fedex che prevede il licenziamento ed il taglio di 6300 posti di lavoro in Europa (per i soli contratti ad assunzione diretta – il che non lascia sperare niente di buono per quella gran parte di lavoratori impiegati dal padrone Fedex attraverso la palude dei contratti in appalto e sub appalto che caratterizza l’intera industria della logistica).

Fedex Liegi – lavoratori in sciopero contro il piano di licenziamenti europeo

La lotta immediatamente parte a Liegi nei magazzini belgi di Fedex, mentre i lavoratori italiani di Fedex, già in lotta e in sciopero, raccolgono immediatamente il segnale. Durante lo sciopero nazionale del 29 gennaio tutta la logistica italiana in sciopero (Fedex, SDA, BRT, GLS) manifesta la propria solidarietà militante e di lotta ai lavoratori di Liegi.

Sebbene i padroni della logistica di tutto il mondo hanno fatto improvvisi ed immensi profitti con la pandemia, la stessa crisi pandemica (che è espressione di una più generale crisi sistemica del capitale) costringe ad una concorrenza sempre più agguerrita tra i grandi gruppi imprenditoriali della industria della logistica per accaparrarsi i contratti per il trasporto delle merci, che in maniera sempre più crescente sono sovrabbondanti ed invendibili. E’ una concorrenza che si gioca essenzialmente sul comprimere i salari, aumentare ritmi e produttività, precarizzare ulteriormente i contratti, spezzare l’organizzazione dei facchini e degli autisti, demoralizzare i lavoratori verso una inevitabile ristrutturazione in nome dell’economia delle aziende.

Fedex lo ha compreso bene (uscendo dal sindacato padronale Fedit) e questo costringe già adesso gli altri concorrenti (ma solidali tra loro contro i lavoratori) SDA – Poste Italiane -, GLS, BRT, ecc. a dover studiare strategie di attacco politiche e anti sindacali nei confronti dei lavoratori.

L’attacco padronale, che ha i medesimi obiettivi, viene portato avanti in modalità differenti, o attraverso lo sfiancamento dei lavoratori cui si getta l’amo di tavoli di trattativa separati (come in SDA, dove alle promesse non seguono i fatti), e la più decisa offensiva di repressione degli scioperi da parte di Fedex. Entrambe le strategie puntano prima di tutto a sfasciare la resistenza dei lavoratori e la loro organizzazione sindacale, l’unità dei magazzini e delle filiere in lotta.

La scorsa notte davanti ai cancelli Fedex di Piacenza ne abbiamo visto un assaggio di questa politica. Il picchetto continuato dei lavoratori SI COBAS contro i piani di ristrutturazione ed il pericolo dei licenziamenti è stato attaccato dalla Polizia con tear gas e manganelli. Se Fedex ha richiesto che la polizia intervenisse per rimuovere con le cattive il picchetto dei lavoratori, non è per una sua presunta “specificità americana”. Fedex è più rigida (come le cariche della celere al picchetto operaio alla Fedex di Peschiera Borromeo dell’anno scorso ci ricorda) proprio perché i suo interessi sul mercato internazionale ed europeo la costringono ad una concorrenza più serrata rispetto agli altri padroni della logistica italiani. E non c’è da dubitarne, la polizia e dello Stato ha prontamente agito non per il loro ossequio alla multinazionale americana, ma per il loro ossequio agli interessi generali padronali italiani ed europei (di SDA Poste Italiane incluso).

Il padrone italiano SDA si sarebbe sfregato le mani davanti alle immagini di una sconfitta dei lavoratori Fedex per mano dello Stato e della polizia. Già si stava immaginando di giocare meglio le sue carte contro i suoi lavoratori SDA di Passo Corese, per imporre loro “maggiore moderazione” nelle loro richieste, dunque per affondare nell’attacco alla organizzazione dei lavoratori che è obiettivo comune di tutti i padroni della logistica.

Sfortunatamente per i padroni italiani ed americani, i facchini Fedex di Piacenza hanno ricevuto l’immediata solidarietà militante dei lavoratori di altri magazzini. Nonostante le cariche della polizia, degne appunto di un paese e di uno Stato che civilmente è a difesa degli interessi del profitto, i lavoratori hanno di nuovo serrato i ranghi ed i cancelli sono stati chiusi. Anche la scorsa notte il trasporto delle merci è stato bloccato a Piacenza. Per il momento la repressione dello Stato Italiano non ha raggiunto l’obiettivo.

La sera del 29 gennaio e la notte del 30 gennaio i lavoratori SDA di Passo Corese hanno bloccato per la terza notte consecutiva il trasporto merci del driver italiano sostenuti davanti al picchetto dai lavoratori dei magazzini di BRT, GLS, Fedex e dei facchini della Peroni. Insieme i lavoratori hanno portato uno striscione di solidarietà con la lotta dei lavoratori Fedex in Belgio.

Sempre più la riuscita dello sciopero richiede una azione coordinata dei lavoratori della filiera ed al di là della specifica filiera.

Questa notte è stato un piccolo ma significativo successo: l’attacco concentrico padronale contro l’organizzazione dei lavoratori attraverso la repressione dello Stato è stato ricacciato indietro, ma questo non è un successo definitivo.

Serve rafforzarlo, serve un momento di solidarietà militante di tutti i lavoratori e in tutte le filiere della logistica contro il tentativo padronale e dello stato di spezzare la lotta dei lavoratori Fedex di Piacenza con la repressione. Servirebbe rafforzare momenti militanti di coordinamento effettivo con la lotta dei facchini Fedex di Liegi. E così per questa via, inviare un segnale ai lavoratori di Amazon sottomessi ad regime padronale di intimidazione ancora peggiore.


SI Cobas Piacenza – Comunicato Stampa della sera del 1 febbraio 2020

Nella notte fra lunedi e martedi violento pestaggio dei lavoratori FedEx-TNT da parte dei reparti celere.

Gli operai presidiavano pacificamente i cancelli della multinazionale statunitense per protestare contro l’annunciata volontà di eliminare 650 lavoratori.

Per la città di Piacenza, già duramente colpita dalla recessione dovuta al Covid-19, un colpo non sostenibille.

Sebbene gli oltre 300 operai presenti fossero del tutto pacifici, intorno alle 22:30 la polizia ha attaccato il presidio con lancio di lacrimogeni CS (vietati dalle convenzioni internazionali) e con violente cariche dei lavoratori rimasti storditi a terra.

Diversi operai hanno riportato ematomi evidenti al cranio e tagli dovuti al meccanismo esplodente dei lacrimogeni. Numerose anche le ustioni, di cui purtroppo molte ai volti.

Questa logica di gestione delle emergenze sociali quali problemi di ordine pubblico è del tutto inaccettabile per un paese civile. Prefettura e questura dovrebbero preoccuparsi di non permettere alle multinazionali americane di umiliare e sbattere in mezzo alla strada i cittadini della loro città, piuttosto che di operare come loro guardie private.

Gli operai sono tornati davanti ai cancelli senza paura, e continueranno la loro lotta sino ad ottenere le opportune garanzie.

COORDINAMENTO PROVINCIALE S.I. COBAS

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