Il blog Noi non abbiamo patria è almeno un anno che insiste che le contraddizioni ingovernabili prodotte dalla crisi generale stanno diventando in maniera crescente sempre più ingovernabili e negli USA raggiungono manifestazioni inedite.
Gli inediti movimenti antagonistici del 2020 del proletariato meticcio nel nome di George Floyd ma anche la contro reazione ad esso, cui l’assalto del Capitol 6 è una variabile altrettanto ingovernabile, dimostrano la crescente difficoltà per le forze del capitale di “governare” la crisi a suon di “geopolitica” armata.
Lo Stato USA nella sua interezza e solidità ha scricchiolato nel 2020 nei confronti del movimento di ribellione dei proletari neri, nativi, latini e bianchi. Ha scricchiolato nel contenere e dirigere ordinatamente la reazione suprematista dei ceti medi bianchi e di colore, la cui disperazione antiproletaria sfugge dal controllo dall’alto.
Due tentativi di impeachment falliti contro Trump, necessari per blindare lo Stato per il rilancio della guerra imperialista di Biden e delle necessità dell’imperialismo USA, fanno il paio anzi preparano un maggiore attacco all’inedito vagito del nuovo mostro proletario meticcio.
Le possibilità di ricondurre e riassumere l’insieme delle contraddizioni all’interno della democrazia capitalistica e imperialistica è sempre più complicato.
Le rivolte del 2020 e la ripresa di scioperi diffusi dei proletari neri, marroni e bianchi nella GIG Economy di questo fine gennaio ed inizio febbraio è la manifestazione della cruda realtà: l’insieme dei rapporti e delle relazioni capitalistiche non offrono certezze, hanno difficoltà a riassorbire l’insieme delle contraddizioni che la crisi generale dei rapporti capitalistici produce, a cominciare dalla pandemia capitalistica.
Se Biden chiama ad una nuova fase di “guerra fredda” contro la Russia (e la Cina), stenta a convincere e compattare il “popolo”, non solo quello orfano di Trump, ma anche all’interno e nella truppa del suo invincibile esercito.
IL PENTAGONO È ALLARMATO: IL 30% DELLA TRUPPA DELL’ESERCITO FEDERALE E DELLA GUARDIA NAZIONALE RIFIUTA LA VACCINAZIONE CONTRO IL COVID.
IN ALCUNE DIVISIONI LA VACCINAZIONE È STATA ACCETTATA SOLO DAL 30% DELLA TRUPPA.
I COMANDI DELL’ESERCITO NON RIESCONO DEMOCRATICAMENTE A CONVINCERE LA SOLDATAGLIA.
Questo significa che lo Stato continua a scricchiolare mentre la necessità del rilancio imperialista degli USA e la necessaria blindatura interna antiproletaria (ma anche nei confronti delle mezze classi di tutti i colori e dei borghesi) si fanno più urgenti.
Non era dunque una sorpresa, ma sorprendente, vedere in prima fila a scontrarsi contro le truppe della polizia federale del DHS a Portland tanti veterani dell’esercito a fianco della lotta per la vita dei neri. Il compagno Michael Forrest Reinhoel assassinato dallo Stato era una ex veterano.
Non è una sorpresa, ma è sorprendente che negli interstizi che questo scricchiolio produce poi agiscano a gettare sabbia nel motore comitati di veterani “comunisti” e contro la guerra.