La accelerazione autoritaria dello Stato ed i “teoremi” repressivi

Nella ingovernabilità della crisi generale capitalistica ed al suo stato marcescente di pandemia sociale

La centralizzazione autoritaria dello Stato, che rappresenta gli interessi generali, complessivi ed impersonali del capitalismo e dei potentati finanziari che dominano la società, non disdegna anzi l’uso del teorema eversivo imbastito dalle Procure, dalla Magistratura e dalle forze di polizia di intelligence.

Dalla logistica…

In questi mesi abbiamo visto un crescendo di iniziative della magistratura e delle procure atte a piegare con la repressione giudiziaria le lotte sindacali di quei lavoratori che hanno inteso difendere con intransigenza il proprio posto di lavoro, rei di difenderlo attuando l’unico modo possibile: il boicottaggio tramite picchetto delle attività produttive.
La magistratura democratica ne ha fatto anche un uso politico soprattutto nella filiera della logistica utilizzando tutti gli strumenti di doppio ricatto nei confronti dei lavoratori in lotta soprattutto immigrati.

Il caso della lotta dei facchini dello stabilemento Fedex/TNT di Piacenza è davvero emblematico fu oggetto di una dura iniziativa repressiva e giudiziaria della Procura di Piacenza contro i lavoratori ed il Si Cobas di Piacenza, rei di aver condotto quindici giorni di sciopero in difesa delle loro garanzie salariali ed occupazionali (il cui sito di Castel San Giovanni è stato poco dopo dismesso e chiuso da parte della multinazionale americana che ha rescisso il contratto di appalto con le locali aziende subappaltatrici, e che ha visto il conseguente licenziamento dei circa 300 operai impiegati). L’operazione repressiva vide coinvolti 24 lavoratori colpiti, il provvedimento di arresto domiciliare dei due coordinatori sindacali provinciali (Arafat e Carlo) e soprattutto delle misure dei fogli di via e di revoca dei permessi di soggiorno per i lavoratori.

La gravità di quella iniziativa repressiva non risiede solamente nell’utilizzo delle leggi razziste sull’immigrazione con cui si tentó di piegare (e lo si continua a farlo tuttora) i lavoratori e la loro organizzazione, ma al suo contemporaneo abbinamento della motivazione politica per cui la Procura di Piacenza giustificó la sua azione giudiziaria.

Il Procuratore Capo di Piacenza, Grazia Pradella, infatti motivó gli arresti, i fogli di via, la revoca dei permessi di soggiorno ed i vari capi di imputazione con una argomentazione politica, che ha il sapore netto del “teorema eversivo criminoso”, affermendo che nel corso della mobilitazione i perseguiti avevano commesso delitti “al di fuori di qualsiasi lecita rivendicazione salariale” e portando le evidenze di alcune singole buste paga dei lavoratori insinuó dunque che non vi fosse alcuna giustificazione sindacale per quel prolungato sciopero ed il conseguente “illecito” blocco delle intere attività di carico e scarico merci attraverso il picchetto dei lavoratori.
In sostanza la persecuzione repressiva della lotta da parte della Procura usó un criterio di carattere politico, entrando nel merito della vicenda sindacale, adducendo che non vi fossero motivi sindacali reali e di fatto stabilendo quale è il limite e la soglia dello sfruttamento operaio per cui uno sciopero è lecito e quando viceversa, se le condizioni salariali o il tipo di rivendicazione avanzate fossero al di sopra di tale soglia, la lotta assume il connotato di associazione sovversiva o di associazione estorsiva di stampo malavitoso.

Teniamolo a mente per il futuro prossimo immediato.

… Alle mobilitazioni contro il Green Pass

Non è per nulla strano che la repressione dello Stato secondo i “teoremi” delle Procure e degli organi di Polizia di intelligence in questi giorni si avvia contro le mobilitazioni contro il Green Pass, soprattutto dal momento che si rende evidente il ricatto contro i lavoratori al fine di sottometterli, dividendoli, al regime della produttività per il profitto che le “riaperture” implicano.

Evidenza accompagnata dalla scesa in campo di importanti settori operai (seppur minoritari rispetto al mare magnum proletario sottomesso al ricatto) che hanno realizzato una sorta di “decantazione” all’interno delle mobilitazioni “indistinte” contro quanto il lasciapassare vaccinale comporta: se noi ti sottometti alla vaccinazione capitalistica, ti togliamo il diritto a lavorare e a campare.

Abbiamo assistito ad una sfacciata canea istituzionale e mediatica – da questo momento in poi – contro il pericolo fascista, proprio quando in cui in molte piazze del Nord d’Italia ed a Napoli i gruppi organizzati neo fascisti hanno iniziato a faticare nel loro tentativo di cavalcarle, per cui hanno anche provato ad utilizzare la sacrosanta rabbia dei lavoratori non vaccinati colpiti nei confronti dei sindacati confederali acquiescenti e collaborativi con Stato e Padroni circa le misure necessarie per il “bene della tenuta dell’economia” ed ora nei confronti del ricatto vaccinale del governo dei potentati finanziari al comando, auto proponendosi come radicali conseguenti della contestazione del governo e dei suoi collaboratori parastatali.

Una campagna orchestrata dall’alto nel nome dell’antifascismo, supportata dall’enfasi mediatica bugiarda sul pericolo squadrista.
Rilanciata dai sindacati confederali e della CGIL che oltre a chiarire la necessità di sciogliere e perseguire i gruppi neofascisti, senza peró sottostimare – rammenta Landini – il pericolo più grande costituito dal “fascismo” non organizzato insorgente nelle piazze popolari e che potrebbe coinvolgere settori di lavoratori.

Non è stato poi complicato per lo Stato minacciare gli operai del Porto di Trieste con con la notifica di pesanti capi di imputazione qualora avessero dato seguito al blocco del porto (una iniziative volta a terrorizzare i lavoratori e predisporre preventivamente i fattori di forza utili a dividerne il fronte unitario), e poi denigrarne l’iniziativa come componente non estranea a quel “fascismo delle masse minoritarie popolari e lavoratrici” che imperversano nelle proteste pacifiche.

Non è un caso che successivamente nella indifferenza dei sindacati di stato a Trieste sia stata usata la violenza della polizia per sgomberare il porto e poi presidiare in forze il territorio e la città giuliana in tutti i giorni successivi.

Pochi giorni fa il quotidiano la Repubblica ha riportato in un articolo l’allarme segnalato dal Ministero degli Interni e dal Ministro Lamorgese, che in occasione del palcoscenico del prossimo G20 a Roma del 30 e 31 Ottobre prossimi le possibili iniziative di protesta No Green Pass No Vax nella Capitale possano essere infiltrate da gruppi eversivi organizzati. Non c’è problema, assicura il Ministro, le zone rosse in stile Genova G8 2001 sono già state definite e la macchina delle forze dell’ordine è già pronto ad eseguire il cordone militarizzato dispiegato in forze nella Capitale a protezione dell’ordine democratico.

Ma non finisce qui, la stagione del “teorema eversivo” e la sua preventiva repressione poliziesca di intelligence è già all’opera.
Come il Procuratore Pradella realizzó il “teorema” scioperi dei lavoratori della logistica uguale alla iniziativa delinquenziale del sindacato Si Cobas (illecitamente conflittuale), oggi chi in maniera organizzata (in comitati assembleari o in collettivi di affinità) intende sostenere e partecipare alla lotta contro il Green Pass è automaticamente un “No Vax” ed altrettanto automaticamente un “pericoloso fascista”, un “eversivo attentatore”.

In questi giorni si fanno più diffuse le operazioni della Digos e le perquisizioni nelle abitazioni di compagni e compagne anarchici. Sequestrati computer, laptop, telefoni cellulari, tracciate le comunicazioni via email, whatsapp ed altri canali digital. Schematizzata la “trama eversiva” dei contatti e dei movimenti sia dei diretti compagni indagati che di altri con cui sono in contatto. Tra i capi di imputazione dei reati notificati a compagne e compagni, per cui sono state effettuate le perquisizioni, abbiamo:

  • art. 110 e 610, concorso in violenza privata;
  • art. 110 e 415, istigazione a disobbedire alle leggi;
  • art. 110 e 340, concorso in interruzione di pubblico servizio.

L’accelerazione e centralizzazione autoritaria dello Stato, determinata dall’ingovernabilità delle contraddizioni che questa crisi generale del Capitalismo produce (una vera generale e su scala globale pandemia sociale che aggredisce l’intero complesso delle condizioni di vita e della riproduzione della vita proletaria, degli sfruttati e della società lavoratrice tutta) affina i suoi teoremi repressivi complessivi.

Teniamolo a mente…

Contro la repressione di Stato e Polizia delle lotte dei lavoratori che si difendono dall’offensiva alle loro condizioni generali di vita e di lavoro.

Contro i “teoremi eversivi” della Magistratura nei confronti dei lavoratori ed iscritti al Si Cobas.

Contro i “teoremi eversivi” del Ministero degli Interni atti a determinare un consenso alla repressione delle lotte dei lavoratori e dei settori sociali impoveriti dalla crisi contro il Green Pass e stigmatizzati secondo l’equiparazione “No Vax” a “criminale” e magari “terrorista” domani (senza colore).

Solidarietà a tutti le compagne ed i compagni anarchici sottoposti in questi giorni alle operazioni di intelligence della Digos ed alle denuncie penali già notificate.

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