Volevate il negro da cortile

Volevate il negro da cortile”, denuncia Abou Soumahoro e questo blog si unisce con rabbia contro questo meccanismo infernale da cui egli tenta di divincolarsi.

Perché è così che la democrazia liberale fondata sul razzismo sistemico è disposta ad accogliere nella casa del padrone quei pochi negri servizievoli e obbligati all’ossequio del padrone. Oggi non è più un padrone fisico, è il meccanismo della produzione del valore, del mercato e delle regole della democrazia liberale borghese, che sradica popolazioni costringendoli ad emigrare laddove il valore ed il profitto si concentrano, riducendo la massa degli immigrati, dei “migranti” a mera forza lavoro coatta da spremere senza diritti né cittadinanza.

E se il “nero” che si scopre ridotto al ruolo del “negro da cortile” ne denuncia la funzione cui lo si vuole relegare con tutti i mezzi a disposizione dalla macchina della democrazia liberale, il livore razzista a mezzo stampa diviene immediatamente ancora più aggressivo. “Piange e frigna” titola il giornale La Verità di Maurizio Belpietro, ma non è l’unica testata giornalistica o televisiva a fargli eco. Così come la pletora dei grandi gruppi industriali, dell’agrobusiness, della logistica e perfino ogni remoto padroncino gioisce per il nero Abou isolato nell’angolo del pubblico ludibrio.

Anche la sinistra che prima lo aveva vezzeggiato ora lo scarica, inclusa quella della accoglienza e dell’antirazzismo, delle ONG che gestiscono la nuova tratta degli schiavi per mezzo delle politiche dell’accoglienza, tutte tacciono di fronte all’immigrato parlamentare sottoposto al fuoco politico della democrazia.

Farabutti, tutti, soprattutto questi ultimi, che vi siete fatti espressione e attivi portatori delle necessità del mercato e della concorrenza, che riduce la cosiddetta accoglienza ed integrazione della massa degli immigrati come braccia e forza lavoro a bassissimo costo e sotto perenne ricatto nel recinto del consentito.

Saremmo degli illusi a non vedere che il regime sociale della moderna schiavitù, oltre allo sfruttato nella piantagione abbia la necessità di elevare un piccolissima parte di essi a “negri da cortile”, ossequianti le virtù della democrazia e della società dei valori liberali, fintanto a consentire anche ad un immigrato dall’Africa Ivoriana di ottenere la cittadinanza italiana per il pubblico ossequio alla democrazia dagli scranni del sacro parlamento bianco ed europeo. E fintanto a questo ruolo soggettivo vi siete inchinati.

In questa vicenda a fare da padrone non sono le irregolarità delle cooperative che impiegano quella forza lavoro immigrata, per cui Abou peccherebbe di reato di collusione morale per collegamenti materiali con i suoi familiari “italianizzati“.

La vicenda reale è un’altra, che appunto l’immigrato deputato della Repubblica può solo esercitare il ruolo del “negro da cortile”, piuttosto che illudersi di voler rappresentare contraddittoriamente dagli scranni del Parlamento le voci del nuovo quarto stato degli sfruttati di colore, che sperano e talvolta si organizzano e lottano per essere inclusi nei diritti minimi di cittadinanza con pari dignità dei lavoratori italiani e contro il loro super sfruttamento. E la sinistra italiana, che ha fatto da anfitrione al nero dentro la casa del padrone, ora tace complice alla canea razzista.

Avreste voluto un immigrato “illibato”? Per carità e per piacere cari signori, siete i migliori rappresentanti del recinto del consentito, fautori delle virtù del regime dei progetti di accoglienza e delle ONG che operano sul mercato delle braccia, facendosi cooperative per l’integrazione dei migranti nel mercato del lavoro ultra deregolamentato, che usa il serbatoio dei migranti rinchiusi nei Centri di Permanenza e Rimpatri come forza lavoro nel lavoro interinale, sub interinale o nel caporalato. Ed è questo meccanismo generale del mercato che inchioda l’individuo e che lo determina. Ora voi guardate con imbarazzo l’individuo consegnandolo al suo isolamento, perché complici ed imbelli nei confronti del regime economico, sociale e democratico che lo determina e lo domina. In sostanza voi siete quelle soggettività politiche, che si inchinano alla necessità dello sfruttamento della forza lavoro immigrata, svolgendo questo ruolo per il tramite delle politiche dell’accoglienza, rappresentando l’anello di congiunzione materiale che ha trascinato il “negro da cortile” come vittima sacrificale sotto il tallone di sua maestà il capitale.

Aboubakar Soumahoro – così come un intero movimento di lotta a venire – ora è chiamato a riflettere che l’essersi illuso che l’individuo potesse dare voce agli sfruttati attraverso la democrazia ed il diritto borghese non può che portare agli esiti di questi giorni.

Qui di seguito e la foto di copertina ritraggono la manifestazione nazionale di Roma del 4 dicembre 2004 delle reti e comitati auto organizzati degli immigrati contro il razzismo e la legge Bossi Fini.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: